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Come tutte le caldaie e le fonti di riscaldamento che emanano fumi o vapori di scarico, anche la caldaia a condensazione ha bisogno di una predisposizione adeguata per poter essere installata in condominio.
Sostituire o installare ex novo una caldaia a condensazione è una scelta ottimale, oltre a essere imposto dalla legge, poiché si ha una buona fonte di calore risparmiando energia.
Ciò è possibile perché questo tipo di caldaie recupera il calore latente di condensazione, quello delle emissioni generate dalla combustione, evitando quindi gli sprechi.
Nei fumi di combustione sono presenti alcuni acidi nocivi i quali, nelle caldaie tradizionali, vengono emessi direttamente all’esterno, nella caldaia a condensazione invece sono notevolmente ridotti, dato che una buona parte viene riutilizzata.
Oltre a essere maggiormente funzionale per riscaldare gli ambienti senza spendere una fortuna, questo tipo di caldaia è anche a basso impatto.
La “criticità” della caldaia a condensazione però è data dalla modalità di eliminazione dei fumi di scarico. A differenza di una caldaia tradizionale, quella a condensazione non sfrutta il tiraggio naturale della canna fumaria, ma ha bisogno di un ventilatore, posto in cima al bruciatore, per direzionare i fumi verso l’esterno.
Adeguate a questo funzionamento sono quindi le canne fumarie in polipropilene saturo (PPS), acciaio inox testato a resistere alla condensa, PVC e alluminio speciale.
Ecco che in alcune situazioni condominiali possono sorgere problemi che riguardano l’installazione, non solo della caldaia a condensazione in sé, ma anche di una canna fumaria nuova, qualora quella vecchia non risulti adeguata.
In alcuni casi invece basta, più semplicemente, eseguire una riqualificazione della canna fumaria esistente.
Per capire in che modo convogliare il fumo, bisogna innanzitutto sapere se si dispone di una canna fumaria centralizzata oppure se ogni singolo condòmino ne possiede una propria.
Secondo quanto riportato nel d. lgs. n. 102/14, gli scarichi devono arrivare sul tetto e non devono essere a parete.
Esistono però delle eccezioni a tali disposizioni.
Si può infatti predisporre lo scarico a parete se:
- la caldaia da sostituire aveva già uno scarico a parete
- la caldaia da sostituire aveva una camera di combustione aperta con scarico nella canna fumaria condominiale
- l’intervento viene eseguito su un edificio storico per il quale, secondo la norma, non è possibile scaricare sul tetto
- l’edificio non possiede i requisiti tecnici per poter raggiungere agevolmente il tetto, sul quale eseguire i lavori.
Con l’aggiornamento del 2020 dello stesso decreto legge, tali deroghe sono destinate anche per:
- l’installazione di caldaie a condensazione, in caso di ristrutturazioni di impianti termici individuali preesistenti, in condominio, se non già presenti: camini, canne fumarie o sistemi di emissioni con uscita sul tetto dell’edificio, adeguati o adeguabili per i generatori di cui sopra
- installazione di uno o più generatori ibridi compatti, i quali siano composti da almeno una caldaia a condensazione a gas e una pompa di calore, sempre accompagnati da specifica certificazione.
La decisione di applicare o meno tali deroghe spetta sempre a un tecnico esperto, il quale deve eseguire un sopralluogo, valutare le caratteristiche e tutte le eventuali alternative.
Una volta stabilito che ci sono tutti i requisiti per eseguire uno scarico a parete, egli si assume inoltre la responsabilità della decisione e della supervisione degli eventuali lavori, i quali devono essere eseguiti nel pieno rispetto della norma UNI 7129, ovvero la norma di riferimento per l’installazione degli impianti e degli apparecchi a gas in ambito domestico e similari.
Questa norma stabilisce tutte le distanze da rispettare da:
- balconi
- finestre adiacenti
- altri scarichi o tubazioni presenti
- eventuali rientranze dell’edificio.
Leggi anche: Bollino blu della caldaia: cos’è e come ottenerlo
Canna fumaria sul tetto
Quando sussistono tutte le condizioni, l’art. 34, co. 53, d.l. 179/2012 stabilisce che la canna fumaria sia posizionata sul tetto, un metro sopra il colmo (la parte più alta del tetto).
Nel caso della canna fumaria condominiale già esistente, nella quale vengono convogliati i tubi di scarico di tutte le unità abitative, qualora dovesse presentarsi la necessità di almeno un condòmino di sostituire la propria vecchia caldaia con una nuova a condensazione, bisognerebbe effettuare delle valutazioni.
Come abbiamo visto, la caldaia a condensazione emette fumo e acqua acida, pertanto una canna fumaria di vecchia fattura potrebbe corrodersi facilmente.
Quali potrebbero essere quindi le soluzioni?
- In alcuni casi, quando la canna fumaria condominiale è abbastanza grande, si potrebbe pensare di portare al suo interno i singoli tubi di scarico di ogni abitazione, anche in momenti diversi, ovvero quando la caldaia di ciascun condòmino viene sostituita con una a condensazione.
Ovviamente, i tubi di scarico devono essere realizzati in un materiale adeguato, resistente alla corrosione: polipropilene saturo (PPS), acciaio inox testato, alluminio speciale e PVC. - Dati gli incentivi presenti, il condominio potrebbe riunirsi e convenire su una decisione: sostituire contestualmente le caldaie di tutti i condòmini.
La legge sugli incentivi ancora in vigore prevede una detrazione fiscale del 65% per l’installazione di caldaie a condensazione di classe A e potrebbe essere un’occasione conveniente per tutti.
Anche il superbonus 110% introdotto dal decreto Rilancio potrebbe costituire un importante sprone per i condòmini indecisi, ma in questo caso gli interventi da effettuare devono essere molteplici.
In questo caso, insieme alla sostituzione delle caldaie, la canna fumaria condominiale può essere cambiata oppure rivestita internamente.
Per approfondire, leggi anche il nostro articolo relativo alle normative Superbonus 110 specifiche per i condomini.
Insieme a un tecnico e all’amministratore di condominio, bisogna valutare caso per caso le problematiche che si presentano.
Trovare una soluzione ottimale è sempre possibile!