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La Direttiva Casa Green (EPBD) ha superato il difficile scoglio del Parlamento Europeo, avviandosi così verso una rapida adozione. Il passo finale rimane ora al Consiglio dell’Unione Europea.
Dopo un acceso dibattito, il testo della Direttiva è stato finalmente approvato dal Parlamento europeo il 12 marzo scorso. Questo rappresenta un importante passo avanti nell’ambito dell’efficienza energetica e della riduzione dell’impatto ambientale negativo del patrimonio immobiliare europeo e della promozione di principi di riqualificazione energetica e bioarchitettura negli edifici.
Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la Direttiva e attuare gli obiettivi di efficientamento energetico in essa contenuti.
Si stima che questo richiederà un impegno economico di circa 152 miliardi di euro.
Cosa prevede la direttiva Casagreen
La nuova versione della Direttiva UE Casa Green definisce principi cardine, differenziando gli interventi sugli edifici in base alla loro natura residenziale o non residenziale.
Per quanto riguarda gli edifici residenziali, si prevede una riduzione del consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Si richiede che il 55% di questa riduzione derivi dalla ristrutturazione degli edifici meno performanti, che in Italia si stima siano secondo l’ISTAT circa 5 milioni rispetto al totale (12 milioni di edifici), considerando che il 36% di essi è attualmente in classe energetica G e il 25% in classe F. Nella nuova versione, i Paesi Membri potranno prevedere alcune deroghe:
- edifici sottoposti a vincolo puntuale o a vincolo d’area
- edifici dedicati a scopi di difesa
- le seconde case utilizzate per meno di 4 mesi l’anno
- edifici provvisori
- edifici religiosi
- i piccoli immobili sotto i 50 mq
Un obiettivo ambizioso è fissato per il 2050: l’intero patrimonio edilizio europeo
dovrà essere oggetto di ristrutturazione per raggiungere emissioni zero.
L’abbandono delle fonti combustibili tradizionali è un altro punto cruciale. Le caldaie
a gas metano saranno vietate dal 2040, con una proroga di 5 anni rispetto al termine
inizialmente ipotizzato.
Inoltre, già dal prossimo anno, gli incentivi per installarle saranno interrotti, mentre sarà promosso l’uso di sistemi di riscaldamento ibridi, come le pompe di calore.
Infine, l’installazione di impianti fotovoltaici sarà obbligatoria sui tetti degli edifici pubblici e non residenziali, in base alle loro dimensioni, entro il 2030. Questo obbligo si estenderà anche a tutti i nuovi edifici residenziali.
Case Green direttiva Europea: le differenze tra la nuova versione e la precedente
RISTRUTTURAZIONI
VERSIONE 2023 | VERSIONE 2024 |
Tetti imposti da Bruxelles Classe energetica E entro il 2030 e classe D entro il 2033. Gli edifici residenziali erano il principale aspetto più importante della direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici. | I piani da approvare I Paesi Membri dovranno definire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale. Il 2020 è considerato l’anno zero e il 2050 l’anno nel quale, a completamento del percorso, bisognerà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni |
CALDAIE
VERSIONE 2023 | VERSIONE 2024 |
Il termine del 2024 Nella prima versione vi era un obiettivo preciso nel 2024: il divieto di agevolazioni per gli apparecchi alimentati a combustibili fossili. Sia per i nuovi edifici che per le ristrutturazioni, dal recepimento della direttiva sarebbe scattato il divieto di usare combustibili fossili. | Stop dal 2025 La data entro la quale arrivare al bando completo è stata spostata in avanti, al 2040; il termine precedente era il 2035. Sarà però possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore. |
EDIFICI NUOVI
VERSIONE 2023 | VERSIONE 2024 |
Obblighi dal 2026 In questa versione la direttiva parlava di edifici nuovi, regolando gli edifici a zero emissioni (ZEB). A partire da gennaio 2026, l’obbligo sarebbe scattato per i nuovi edifici pubblici. Negli altri casi la scadenza era originariamente fissata al 2028. | Al via dal 2028 Tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno avere zero emissioni “in loco” di combustibili fossili, a partire dal 1°gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici, con possibilità di esenzioni |
ESENZIONI
VERSIONE 2023 | VERSIONE 2024 |
Deroghe sempre più larghe La direttiva ha sempre previsto che, per alcune categorie di edifici, fosse possibile disapplicare i vincoli. Queste esenzioni sono aumentate nei musi. Tra pochi emendamenti votati alla proposta dal 2023 c’era proprio un rafforzamento delle deroghe per gli immobili vincolati. | Esclusi gli immobili vincolati Nella versione definitiva potranno essere esentati immobili sottoposti a vincolo puntuale o a vincolo di area , immobili religiosi, immobile temporanei, le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, gli immobili della difesa e quelli sotto i 50 mq. |
L’impatto della direttiva UE Case Green nei Condominii
In conclusione, la Direttiva Casa Green rappresenta un importante passo avanti nell’ambito dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale nell’edilizia europea.
La sua attuazione richiederà un impegno significativo da parte degli Stati membri, ma promette di portare a benefici duraturi per l’ambiente e per le future generazioni.
Per l’attuazione di questa direttiva, sarà significativa l’attività degli amministratori di condominio, già in difficoltà per la fine della gestione del complesso sistema di incentivi generato dal Superbonus 110%. .
Gli amministratori di condominio dovranno svolgere un ruolo chiave nell’organizzazione e nell’esecuzione delle ristrutturazioni necessarie per adeguare gli edifici agli standard energetici richiesti dalla Direttiva Casa Green.
Questa normativa si allinea al percorso di promozione già avviato delle comunità di autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili.
L’indicazione normativa di sostituire le caldaie alimentate da gas fossili, come il metano, in caldaie ibride con pompa di calore, renderà ancora più necessario l’utilizzo di energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici, riducendo così costi e impatto ambientale.
La formazione degli amministratori di condominio diventa pertanto essenziale per affrontare questa sfida e per la futura applicazione della Direttiva UE e alla sua concreta attuazione.
In questo contesto, Estia S.p.A., Società Benefit ha tra i suoi obiettivi prioritari la creazione di comunità urbane più sostenibili, infatti nei condominii da noi amministrati, la valorizzazione degli immobili passa dall’efficientamento degli stessi e l’investimento costante in formazione del proprio personale è un chiaro segno del nostro impegno nella valorizzazione delle persone.
Fabio Domenico Trocino, Responsabile di Impatto Estia SpA